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giovedì 26 giugno 2014

Cartagine, maledetta dai Romani. Terra di chi combattè i "traditores"


Fondata dai fenici nell'814 A.C., secondo una leggenda romana, Cartagine, o Città nuova ( Nuova Tiro), alla testa la regina Didone, Edessa, la donna che Enea fece impazzire, almeno stante alle parole di Virgilio.

foto di Andrea Longoverde

I Fenici fecero di Carthago una città ricca, che dominò i mari del Mediterraneo, dopo ben due guerre sardo puniche, riuscì a mettere le mani sulle miniere della Sardegna, venne allo scontro con Siracusa, sino ad essere completamente rasa al suolo dall'ambiziosa Roma.
I romani fecero una carneficina, andarono casa per casa ad uccidere i cartaginesi e schiavizzare i sopravvissuti, sparsero il sale sul terreno, così facendo dichiararono la terra sulle coste dell'attuale Tunisi, maledetta.
Adoravano la dea Astarte, la suprema coppia Tanit e Baal. Una civiltà particolare quella abitava Cartagine secondo Plutarco, Tertulliano, Diodoro Siculo che attribuivano a questo popolo sacrifici di bambini in adorazione dei propri dei.
Recenti scavi hanno portato alla luce urne contenenti resti di feti e bimbi. Gli archeologi, in parte, sostengono che l'area sacra, o Tophet, corrobori la tesi dei vecchi latini. Tuttavia sono molti gli studiosi che confutano questo assunto, rilevando che nei rari scritti fenici non v'è traccia di questi sacrifici e pertanto quelle ossa cremate risulterebbero il frutto di una morte naturale.
La fama storica di questo popolo non è delle migliori.
Sarebbero stati, secondo alcuni esperti, sempre i cartaginesi, guidati da Malco, nella prima guerra punica, che persero clamorosamente, corcati dai nuragici in scontri campali, a portare le zanzare anofele in Sardegna, scomparse solo negli anni '50-
Il Governo punico
Il governo cartaginese era fortemente oligarchico, rappresentava solo ed esclusivamente le famiglie potenti; era affiancato da due consessi aristocratici, uno simile al Senato romano, con 300 membri circa, e il consiglio dei Cento. Il capo di Stato, con poteri esecutivi e giudiziari, incoronato con il titolo di Suffeti. I poteri militari venivano assegnati a generali sempre provenienti da influenti famiglie. La posizione del popolo non sembrava contar molto dal punto di vista politico.
La questione dei traditores cristiani: Donato contro Cipriano
Nel II secolo D.C. Cartagine divenne il centro dell'Africa romana e fu teatro di una grande questione, che interessò persino S. Agostino di Ippona, la donatista. Tutto iniziò da Donato che riteneva non validi i sacramenti amministrati dai "traditores", ovvero, coloro che fossero sfuggiti al martirio, alla tortura, rinnegando la cristianità durante le persecuzioni di Diocleziano.
I traditores erano coloro che sfuggendo al martirio, avevano consegnato i testi sacri ai giudici.
La posizione della Chiesa era quella di perdonare, come era stato suggerito da Cipriano ma non per tutti fu facile mandar giù il rospo. 
Quando a Cartagine fu eletto vescovo, un traditores dopo un altro, Donato insieme a 70 vescovi nominò, ribellandosi, Maggiorino, simbolo del popolo e del martirio, parente di Lucilia, ispiratrice del movimento.
E fu scisma.
Cartagine conquista Araba.
Invasa dai Vandali, poi Capitale dell'esarcato bizantino, Cartagine fu conquistata dagli Arabi nel 698, superando le ostilità di alleanze di tribù berbere, ebraiche cristiane che tentarono di contrastare per decenni i musulmani.
Oggi sorge un bel sito archeologico, in un ricco sobborgo di Tunisi, pieno di ville lussuose.
Il sito storico è ancora da scoprire, da interpretare, un passaggio obbligato per gli amanti delle antiche civiltà.

CoolJo, l'Uomo del vento.

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